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Avatar di Anna Aresi

Anch'io sono freelance in RI e devo dipendere dall'assicurazione di mio marito. Bello anche quando da un anno all'altro decidono che quella cosa che prima era coperta all'improvviso non lo è più (ad esempio certi tipi di fisioterapia). Il mio primo figlio è nato in ospedale e non abbiamo avuto una bella esperienza. Per gli altri due ho optato per il parto a casa. Il primo è costato all'assicurazione, se non ricordo male, $10k per giorno di ricovero (parto vaginale senza epidurale, per loro il più economico che ci sia, con epidurale o cesareo ovviamente le spese salgono), senza contare tutte le visite in gravidanza. Il parto a casa mi è costato 5k. Ho provato a chiedere all'assicurazione se poteva coprirlo che comunque a loro sarebbe costato molto molto meno (e le ostetriche erano in-network!), ma ovviamente zero.

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Avatar di Federico Rigamonti

Cara Enrica,

prima di tutto: grazie, per questo post e il precedente - spero di riuscire a mettere in ordine le mie idee anche su quello, che ho trovato per certi versi ancora più stimolante.

Su questo post, per quanto io non fossi del tutto ignaro della situazione, leggere queste informazioni messe insieme così bene e corroborate dall'esperienza personale tua e di altrə è al tempo stesso illuminante e sconfortante. E forse non è strana questa coincidenza, se mi ricordo di Giovanni 3,20-21... ma questa è solo una mia osservazione più o meno opinabile.

Quello che è meno opinabile, almeno credo, è che quello che tu descrivi non è soltanto un Profit before people, è People's miseries is our profit, con il famoso whatever it takes: persone che devono sperare che la salute continui ad andare decentemente perché i loro amatə datorə di lavoro offrono una copertura minima, che devono sottostare a ricatti per timore di perdere anche quel poco, e i ricatti, oltre al padrone, può farli anche il familiare di cui finisci per essere dependent (qui uso intenzionalmente il maschile, ahimè...). E per quanto ne so (vendita di armi e sparatorie, monopoli di farmaci e dipendenze indotte, cibo ultraprocessato) è proprio la tendenza generale. Questo video, e i commenti, lo dicono molto meglio di me: https://www.youtube.com/watch?v=CSxpy68rS6o

Il punto, per rientrare in Italia, è che qui la situazione nel complesso è molto migliore ma 1) le differenze territoriali sono gravi: sono Siciliano, ho vissuto in Lombardia e ora sono in Piemonte e mentre per quanto riguarda la medicina d'emergenza (pronto soccorso, guardie mediche, ricoveri) non ho notato divari abissali, a livello di prevenzione, soprattutto in esami e controlli, c'è un abisso. 2) la tendenza generale è chiaramente al peggioramento, della media e delle differenze. Che alla fine è il modo italiano di arrivare al risultato statunitense: siete poverə? Al massimo, se siamo in giornata, non vi rendiamo ancora più poverə!

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