Ciao Enrica, ti porto di nuovo ad esempio l'esperienza Svizzera. Che è diversa perchè loro sono veterani della democrazia semidiretta e abituati a dire la loro.
Differenze:
- non devono scegliere tra mare e seggi, si vota per posta nei giorni prima o di persona come si preferisce
- i questiti sono espressi in linguaggio umano, non in legalese. Quelli dell'8-9 giugno che ho ricevuto per posta in quanto residente estero erano assolutamente incomprensibili anche per una persona con un dottorato. Sono paragrafi di linguaggio legale con rimandi a leggi, paragrafi, modifiche ecc. che il lettore ovviamente non conosce né può andarsi a consultare in cabina di votazione. Il che vuol dire che deve fidarsi di quello che gli ha detto qualcuno, con intenzioni non sempre buone o che ne sa di più, cercando di convincerlo per il sì o no.
- Insieme ai quesiti si riceve un opuscolo con la spiegazione dettagliata del quesito, le ragioni dei proponenti, la posizione del governo, conseguenze/ ragioni del sì e del no. Certo potrebbe essere manipolato dal governo, ma sembra abbastanza obiettivo e mi sento ben informata senza andare a cercare chissadove.
- se il governo si esprime contro la modifica, a volte formula una controproposta che va incontro alla richiesta ma ha meno impatto o mitiga gli effetti negativi.
- se voglio, il 15 minuti ho letto, capito, votato, comodamente seduta a casa. Devo solo fare ancora due passi fino alla prossima buca delle lettere.
Forse potremmo prendere un po' esempio.
Per la cittadinanza altra questione. La Svizzera è molto protettiva della sua identità e il procedimento richiede in genere almeno 10 anni e tanti requisiti. Inoltre richiede almeno 2 anni di permamanza nel comune di residenza, con comuni che ne chiedono anche 5. Quindi puoi essere da 15 anni nel paese, ma se ti sei trasferito in un altro comune, aspetti. Poi ci sono il test di cultura (con domande sulla società, il governo, cultura, storia e geografia), quello di lingua tedesca, la documentazione con le prove di integrazione (appartenenza ad associazioni, partecipazione a feste, conoscenza dei vicini, ..) e poi il colloquio con le autorità comunali che controllano e decisono se sei persona integrata e gradita in paese. Essendo molto a discrezione, in certi comuni possono semplicemente rifiutarti perchè hai messo fuori l'immondizia il giorno sbagliato, non conosci il nome dei vicini di casa o ti sei lamentato perchè i campanacci delle mucche al pascolo ti tenevano sveglio di notte.
Si tratta quindi di un processo lungo e difficile, in parte arbitrario, che vorrebbe proteggere l'identità svizzera e assicurare l'integrazione, ma finisce anche per allontanare molti immigrati, che non si sentono accettati dal paese e non si sentono un po' svizzeri nemmeno dopo averci vissuto 10 o più anni.
Posto che apprezzo i requisiti di lingua e cultura, il resto mi pare di dubbia efficacia.
Grazie mille Silvia di questo commento interessantissimo che ho recuperato solo ora! Dovrei farti conoscere una mia cara amica italiana, anche lei linguista livello dottorato, anche lei a Zurigo, e che so sta affrontando la procedura cittadinanza.
Sulle modalità del voto apprezzo molto il metodo elvetico, che è molto simile a quello statunitense. Io non posso ancora votare in USA (ho deciso che non prendo subito la cittadinanza quest'anno, quando divento idonea dopo cinque anni di residenza permanente, per questioni di identità che ancora devo risolvere, ahah), ma vivo con un uomo che invece può farlo e regolarmente ispeziono il materiale che arriva a casa in occasione di elezioni varie (federali ogni due anni, locali a volte più spesso, di solito sempre a novembre), più di quanto faccia lui. L'opuscolo di spiegazione arriva anche lì e lo trovo preziosissimo, ma già comunque anche in inglese il linguaggio delle "ballot questions" è molto molto più semplice, favorito dalla classica tensione alla sintesi e al pragmatismo. Il ballot con le candidature è ugualmente semplicissimo.
Come giustamente osservi, tante di queste caratteristiche del voto statunitense e svizzero si prestano a manipolazioni/frode (in particolare il voto per corrispondenza)... se non che in quei Paesi non succede, al contrario del nostro.
L'unica cosa che so della Svizzera su cui non merita encomio è il ritardo enorme sul voto alle donne, sia federale che in tanti cantoni. Per fortuna abbiamo rimediato e c'è ancora, sempre, domani :)
La questione del voto alle donne in Svizzera è interessantissima. Molte erano contrarie perché non volevano i diritti e i doveri degli uomini. Poi qui la società è più tradizionale, persino nelle città ci si aspetta che una donna non lavori o lavori ridottissimo quando ha prole. Anche perché gli asili nido hanno un pezzo esorbitante e gli uomini guadagnano di più. Ci vogliono ancora tanti domani.
Super mega interessante. Quella la ritrovavo ogni tanto (non sempre) in mia nonna, ma era un’altra generazione. Immagino tu abbia visto il film L’ordine divino sul suffragio femminile in Svizzera? Ricordo che mi piacque moltissimo. Confidiamo nell’arrivo di tutti quei domani…
Ciao Enrica, ti porto di nuovo ad esempio l'esperienza Svizzera. Che è diversa perchè loro sono veterani della democrazia semidiretta e abituati a dire la loro.
Differenze:
- non devono scegliere tra mare e seggi, si vota per posta nei giorni prima o di persona come si preferisce
- i questiti sono espressi in linguaggio umano, non in legalese. Quelli dell'8-9 giugno che ho ricevuto per posta in quanto residente estero erano assolutamente incomprensibili anche per una persona con un dottorato. Sono paragrafi di linguaggio legale con rimandi a leggi, paragrafi, modifiche ecc. che il lettore ovviamente non conosce né può andarsi a consultare in cabina di votazione. Il che vuol dire che deve fidarsi di quello che gli ha detto qualcuno, con intenzioni non sempre buone o che ne sa di più, cercando di convincerlo per il sì o no.
- Insieme ai quesiti si riceve un opuscolo con la spiegazione dettagliata del quesito, le ragioni dei proponenti, la posizione del governo, conseguenze/ ragioni del sì e del no. Certo potrebbe essere manipolato dal governo, ma sembra abbastanza obiettivo e mi sento ben informata senza andare a cercare chissadove.
- se il governo si esprime contro la modifica, a volte formula una controproposta che va incontro alla richiesta ma ha meno impatto o mitiga gli effetti negativi.
- se voglio, il 15 minuti ho letto, capito, votato, comodamente seduta a casa. Devo solo fare ancora due passi fino alla prossima buca delle lettere.
Forse potremmo prendere un po' esempio.
Per la cittadinanza altra questione. La Svizzera è molto protettiva della sua identità e il procedimento richiede in genere almeno 10 anni e tanti requisiti. Inoltre richiede almeno 2 anni di permamanza nel comune di residenza, con comuni che ne chiedono anche 5. Quindi puoi essere da 15 anni nel paese, ma se ti sei trasferito in un altro comune, aspetti. Poi ci sono il test di cultura (con domande sulla società, il governo, cultura, storia e geografia), quello di lingua tedesca, la documentazione con le prove di integrazione (appartenenza ad associazioni, partecipazione a feste, conoscenza dei vicini, ..) e poi il colloquio con le autorità comunali che controllano e decisono se sei persona integrata e gradita in paese. Essendo molto a discrezione, in certi comuni possono semplicemente rifiutarti perchè hai messo fuori l'immondizia il giorno sbagliato, non conosci il nome dei vicini di casa o ti sei lamentato perchè i campanacci delle mucche al pascolo ti tenevano sveglio di notte.
Si tratta quindi di un processo lungo e difficile, in parte arbitrario, che vorrebbe proteggere l'identità svizzera e assicurare l'integrazione, ma finisce anche per allontanare molti immigrati, che non si sentono accettati dal paese e non si sentono un po' svizzeri nemmeno dopo averci vissuto 10 o più anni.
Posto che apprezzo i requisiti di lingua e cultura, il resto mi pare di dubbia efficacia.
Grazie mille Silvia di questo commento interessantissimo che ho recuperato solo ora! Dovrei farti conoscere una mia cara amica italiana, anche lei linguista livello dottorato, anche lei a Zurigo, e che so sta affrontando la procedura cittadinanza.
Sulle modalità del voto apprezzo molto il metodo elvetico, che è molto simile a quello statunitense. Io non posso ancora votare in USA (ho deciso che non prendo subito la cittadinanza quest'anno, quando divento idonea dopo cinque anni di residenza permanente, per questioni di identità che ancora devo risolvere, ahah), ma vivo con un uomo che invece può farlo e regolarmente ispeziono il materiale che arriva a casa in occasione di elezioni varie (federali ogni due anni, locali a volte più spesso, di solito sempre a novembre), più di quanto faccia lui. L'opuscolo di spiegazione arriva anche lì e lo trovo preziosissimo, ma già comunque anche in inglese il linguaggio delle "ballot questions" è molto molto più semplice, favorito dalla classica tensione alla sintesi e al pragmatismo. Il ballot con le candidature è ugualmente semplicissimo.
Come giustamente osservi, tante di queste caratteristiche del voto statunitense e svizzero si prestano a manipolazioni/frode (in particolare il voto per corrispondenza)... se non che in quei Paesi non succede, al contrario del nostro.
L'unica cosa che so della Svizzera su cui non merita encomio è il ritardo enorme sul voto alle donne, sia federale che in tanti cantoni. Per fortuna abbiamo rimediato e c'è ancora, sempre, domani :)
La questione del voto alle donne in Svizzera è interessantissima. Molte erano contrarie perché non volevano i diritti e i doveri degli uomini. Poi qui la società è più tradizionale, persino nelle città ci si aspetta che una donna non lavori o lavori ridottissimo quando ha prole. Anche perché gli asili nido hanno un pezzo esorbitante e gli uomini guadagnano di più. Ci vogliono ancora tanti domani.
Super mega interessante. Quella la ritrovavo ogni tanto (non sempre) in mia nonna, ma era un’altra generazione. Immagino tu abbia visto il film L’ordine divino sul suffragio femminile in Svizzera? Ricordo che mi piacque moltissimo. Confidiamo nell’arrivo di tutti quei domani…
8-9 giugno Sì ✅