Se manca una visione per il paese che abbracci davvero tutta la popolazione, è difficile vincere (e perché a sto giro parlerò meno della questione di genere)
Continuo a pensare a una delle interviste che hai pubblicato nello scorso numero della newsletter, a quel signore cubano arrivato di recente che - dice - se avesse potuto avrebbe votato per Trump visto che la sua situazione migratoria ormai è ok. Che pugno nello stomaco. Eppure è un grande testimone dei tempi che viviamo, dominati dal severo e atroce individualismo, dalla corsa alla sopravvivenza individuale e da risposte politiche estreme che arrivano di conseguenza.
Esatto! Vedi il commento che ho lasciato sotto sull'individualismo che si è manifestato in maniera assolutamente scioccante nel frequente voto disgiunto a favore di Trump ma contro leggi statali di restrizione dell'IVG. Scioccante. Io non sono lo stesso tipo di immigrata che è il signore cubano - la mia immigrazione è frutto del privilegio, non della fame - ma anche se con i documenti sto a posto, faccio e farò sempre qualunque cosa in mio potere per aiutare chi è ancora dall'altra parte del confine.
Ps. se ci fossi stata tu avresti potuto condurre un'intervista davvero profonda con questo uomo in spagnolo :)
Per prima cosa: grazie di questo pezzo come degli altri che hai scritto in questi ultimi giorni, a partire dagli incontri che hai fatto nei due Panhandles, e complimenti per la tua capacità di integrare queste esperienze in una lettura più ampia della realtà in cui vivi.
Aldilà delle belle parole, che dire? Il quadro è tutt'altro che rassicurante. In primo luogo per l'individualismo in cui la proposta di capri espiatori convince tante persone, soprattutto chi vive ai margini (mi sono chiesto, in questi giorni: quante volte Reicel ha dovuto spiegare di essere un migrante regolare, da quando è arrivato negli Stati Uniti? E quanto questo può averlo spinto alla sua posizione politica attuale?). Ma anche per tutto il "this is not America, they are not America" di cui scrivi. Che non è soltanto un'illusione, non è soltanto una falsità macroscopica, ma è soprattutto la trave che impedisce di vedere bene, per rifarmi al Vangelo. Ti auguro di riuscire a fare qualcosa al riguardo: magari iniziando con il tuo ragazzo e i due amici con cui avete vissuto la notte elettorale, e che poi a poco a poco questo atteggiamento stupido possa essere superato. Ci vorrà tempo, ma... in bocca al lupo!
Crepi, Federico, e grazie mille per le tue parole! Le domande che fai su Reicel sono giustissime. Mi vengono in mente i meme che circolavano quest'estate dopo la nomina a candidato vicepresidente di JD Vance, sulla moglie che è una persona di colore i cui genitori sono immigrati dall'India: "Usha Vance spiega agli uomini della sicurezza che non deve essere deportata". Le contraddizioni sono immense. Nel mio piccolo proverò sicuramente a fare qualcosa per rimuovere la trave che para gli occhi al campo democratico... altrimenti avanti non si va.
È un po' come la retorica di "italiani brava gente" ma se qualcuno ti dà una giustificazione per dare il peggio nessuno si tira indietro, me compresa temo. Liberare un popolo prigioniero di un culto maligno forse richiede più un esorcista che un politico - si scherza, eh
Assolutamente - e per dare il peggio arriva sulla scena l'individualismo, il non riuscire a vedere al di là del proprio naso (e delle proprie tasche). Esempio perfetto è il fatto che in tanti stati "rossi" che hanno votato in maniera schiacciante per Trump, elettrici ed elettori (sia donne che uomini, sì), hanno anche votato contro misure di restrizione della legge statale sull'aborto. Perché magari loro stesse, o le loro compagne, mogli, figlie e amiche potrebbero aver bisogno di ricorrere all'IVG. Nel frattempo, a livello federale la scelta va a Trump per "proteggere" le loro tasche (già ampiamente dimostrato che non sarebbe così). L'individualismo come motore della scelta.
Continuo a pensare a una delle interviste che hai pubblicato nello scorso numero della newsletter, a quel signore cubano arrivato di recente che - dice - se avesse potuto avrebbe votato per Trump visto che la sua situazione migratoria ormai è ok. Che pugno nello stomaco. Eppure è un grande testimone dei tempi che viviamo, dominati dal severo e atroce individualismo, dalla corsa alla sopravvivenza individuale e da risposte politiche estreme che arrivano di conseguenza.
Esatto! Vedi il commento che ho lasciato sotto sull'individualismo che si è manifestato in maniera assolutamente scioccante nel frequente voto disgiunto a favore di Trump ma contro leggi statali di restrizione dell'IVG. Scioccante. Io non sono lo stesso tipo di immigrata che è il signore cubano - la mia immigrazione è frutto del privilegio, non della fame - ma anche se con i documenti sto a posto, faccio e farò sempre qualunque cosa in mio potere per aiutare chi è ancora dall'altra parte del confine.
Ps. se ci fossi stata tu avresti potuto condurre un'intervista davvero profonda con questo uomo in spagnolo :)
Scioccante, ma va tanto, tanto, tenuto in considerazione. (E quanto mi sarebbe piaciuto fare quella chiacchierata, sì!)
Per prima cosa: grazie di questo pezzo come degli altri che hai scritto in questi ultimi giorni, a partire dagli incontri che hai fatto nei due Panhandles, e complimenti per la tua capacità di integrare queste esperienze in una lettura più ampia della realtà in cui vivi.
Aldilà delle belle parole, che dire? Il quadro è tutt'altro che rassicurante. In primo luogo per l'individualismo in cui la proposta di capri espiatori convince tante persone, soprattutto chi vive ai margini (mi sono chiesto, in questi giorni: quante volte Reicel ha dovuto spiegare di essere un migrante regolare, da quando è arrivato negli Stati Uniti? E quanto questo può averlo spinto alla sua posizione politica attuale?). Ma anche per tutto il "this is not America, they are not America" di cui scrivi. Che non è soltanto un'illusione, non è soltanto una falsità macroscopica, ma è soprattutto la trave che impedisce di vedere bene, per rifarmi al Vangelo. Ti auguro di riuscire a fare qualcosa al riguardo: magari iniziando con il tuo ragazzo e i due amici con cui avete vissuto la notte elettorale, e che poi a poco a poco questo atteggiamento stupido possa essere superato. Ci vorrà tempo, ma... in bocca al lupo!
Crepi, Federico, e grazie mille per le tue parole! Le domande che fai su Reicel sono giustissime. Mi vengono in mente i meme che circolavano quest'estate dopo la nomina a candidato vicepresidente di JD Vance, sulla moglie che è una persona di colore i cui genitori sono immigrati dall'India: "Usha Vance spiega agli uomini della sicurezza che non deve essere deportata". Le contraddizioni sono immense. Nel mio piccolo proverò sicuramente a fare qualcosa per rimuovere la trave che para gli occhi al campo democratico... altrimenti avanti non si va.
È un po' come la retorica di "italiani brava gente" ma se qualcuno ti dà una giustificazione per dare il peggio nessuno si tira indietro, me compresa temo. Liberare un popolo prigioniero di un culto maligno forse richiede più un esorcista che un politico - si scherza, eh
Assolutamente - e per dare il peggio arriva sulla scena l'individualismo, il non riuscire a vedere al di là del proprio naso (e delle proprie tasche). Esempio perfetto è il fatto che in tanti stati "rossi" che hanno votato in maniera schiacciante per Trump, elettrici ed elettori (sia donne che uomini, sì), hanno anche votato contro misure di restrizione della legge statale sull'aborto. Perché magari loro stesse, o le loro compagne, mogli, figlie e amiche potrebbero aver bisogno di ricorrere all'IVG. Nel frattempo, a livello federale la scelta va a Trump per "proteggere" le loro tasche (già ampiamente dimostrato che non sarebbe così). L'individualismo come motore della scelta.