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Avatar di Alice Orrù

Questo pezzo apre tantissime questioni di cui sarebbe bello parlare insieme, magari a voce, ma comunque unite (e di sicuro non su una diretta social 😅).

Condivido la frustrazione di fronte ai meccanismi dell'industria culturale. Proprio l'altro giorno ho sentito parlare una persona che lavora come ghostwriter e sono rimasta sbalordita nel sapere che certi romanzi scritti da influencer non sono farina del loro sacco. Lo so, forse sono molto ingenua, ma pensavo che il fenomeno si limitasse alle biografie, non anche ai lavori di creatività narrativa. 🙈

Detto questo, non ho al momento risposte su alternative agli spazi social che riescano anche a essere accessibili allo stesso modo - perché anche di questo bisogna parlare: l'importanza delle piattaforme nel mettere a disposizione spazi di conversazione accessibili, usabili anche da chi magari ha difficoltà a spostarsi in spazi collettivi fuori dagli schermi.

Il picco di consapevolezza e voci che si sta (ri)alzando in questo periodo mi accende una piccola fiammella di speranza, prima o poi ci sarà modo di far scoppiare questa bolla? Ci voglio credere.

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Avatar di Elisa

Mi piace molto questa nuova piattaforma: dà più spazio e respiro per riflettere. L’articolo tocca molti punti interessanti e stimola una riflessione più ampia sui cambiamenti della società. In particolare, parlando di editoria (da fruitore), mi sono chiesta se i canali social delle case editrici siano gestiti da esperti in grado di valorizzare voci emergenti.

E se lo sono, cosa non funziona?

So che è difficile generalizzare, ma mi piacerebbe approfondire. Probabilmente una via di mezzo sarebbe una buona alternativa.

La decadenza, in un certo senso, riguarda un po’ tutti, persino gli intellettuali, che secondo me dovrebbero essere i primi a immaginare il futuro. Eppure, faticano a mettere in discussione le proprie idee e ad aprirsi al dibattito. Senza contare che, in alcuni contesti, il dibattito con i neoliberista (o fascisti) è complesso perchè tendono a giocare sporco, ignorando le regole del confronto.

Forse le mie idee appaiono un po’ confuse, ma credo che, nel nostro piccolo, dovremmo tutti assumerci la responsabilità delle nostre scelte, sia quando leggiamo un libro sia quando seguiamo giornalisti o altri contenuti sui vari canali. :)

Fa ridere che proprio ieri sera mi sono imbattuta nella quote “il capitalista ti venderebbe la corda con cui lo impiccherai” e il tuo incipit me l’ha fatta venire in mente.

Ciao ciao e buona giornata

Elisa

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Spero che questa versione sia più piacevole da leggere! Fammi sapere se vuoi altri aggiustamenti. 😊

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