Ripropongo il post inaugurale di questa newsletter, pubblicato il 22 novembre 2023 nel pieno del dibattito seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin
Ciao Enrica, non lo so (e non me ne intendo), mi chiedo però se dire 'colpa del patriarcato' possa essere una semplificazione che magari non ci permette di andare più a fondo. Mi sembra una situazione ben complessa.
Mi immagino che entrino diversi fattori come:
- la crisi di valori: se una volta l'amore, la famiglia, il lavoro erano obiettivi, lo sono sempre meno e magari sono venuti meno ideali e aspirazioni che guidavano i giovani;
- la disgregazione del ruole dell'uomo - nonostante i privilegi, a me pare molto fragile nella società di oggi. Gli uomini sono passati da capofamiglia, protettori e che provvedevano al sostentamento dei familiari a cosa? Il passaggio a una relazione più equa nella famiglia può far sentire l'uomo come accessorio a una donna che è indipendente economicamente, emancipata, si occupa in prima linea di casa e prole e che non ha strettamente bisogno di lui, nemmeno per crearsi una famiglia, mentre l'uomo sì - la differenziazione dei ruoli crea un rapporto di dipendenza ma anche di supporto e complemetazione che si riduce oggigiorno ai minimi termini;
- alienazione sociale e delle relezioni interpersonali, con famiglie che vivono sotto lo stesso tetto, ma in solitudine e senza saper davvero comunicare, con tutte le difficoltà che ne derivano a riconoscere malesseri e problematiche tempestivamente;
- problemi psichici sempre più diffusi ma poco curati, diagnosticati e ancora troppo stigmatizzati per permettere a chi li prova di chiedere e ottenere aiuto;
- mancanza di educazione all'affettività, incluso a riconoscere campanelli di allarme in una relazione non sana e a che misure prendere;
- magari anche la possibilità che gli uomini abbiano una maggiore aggressività o più difficoltà a comunicare in altri modi...
Sono impressioni mie, magari tutte interconnesse o sconnesse, ma a me la storia del patriarcato convince solo un po', soprattutto perché a mio avviso è sempre meno evidente nella struttura delle famiglie.
Ciao Silvia, grazie mille per il tuo commento! Io sono assolutamente d'accordo con te che "colpa del patriarcato" è una semplificazione, e che entrano in gioco tanti fattori come quelli che articoli molto bene tu. Con questo post però intendevo comunicare una cosa diversa: quando l'ho scritto un anno fa, in Italia la parola "patriarcato" era sulla bocca di tutti, ci si interrogava su cosa volesse dire e come si manifestasse, e tantissime persone (soprattutto uomini) rigettavano qualsiasi legame con questo concetto, e quindi qualsiasi responsabilità nella creazione di un nuovo sistema di valori. Di fronte a questa mancanza di consapevolezza (che ancora oggi ritorna ad es. nelle dichiarazioni del ministro Valditara), l'intento del post era di far capire come non ci sia nulla di astruso, remoto e lontano da noi nella parola "patriarcato" - facciamo tutti, in qualche modo, parte di una società e cultura che troppo spesso dà per scontata la superiorità dell'uomo sulla donna (vedi gli esempi molto mondani che ho elencato).
Da questo sistema di valori derivano poi tantissimi altri fattori in gioco, tra cui quelli che elenchi. La disgregazione del ruolo dell'uomo è un punto assolutamente fondamentale - ma quale ruolo si sta disgregando, se non appunto quello dell'uomo patriarca, capofamiglia, protettore come giustamente dici tu?
Quindi sì, "colpa del patriarcato" è una semplificazione - e se questo emerge dal mio post non è cosa voluta perché l'intento era altro - ma "patriarcato" è comunque la base valoriale da cui tante delle complessità che citi derivano. Grazie ancora!
brava, giusto. Purtroppo non si applica solo all'italia bensì a gran parte del mondo. Persino da noi, in Svizzera il numero di femminicidi è in proporzione simile.
Ciao Enrica, non lo so (e non me ne intendo), mi chiedo però se dire 'colpa del patriarcato' possa essere una semplificazione che magari non ci permette di andare più a fondo. Mi sembra una situazione ben complessa.
Mi immagino che entrino diversi fattori come:
- la crisi di valori: se una volta l'amore, la famiglia, il lavoro erano obiettivi, lo sono sempre meno e magari sono venuti meno ideali e aspirazioni che guidavano i giovani;
- la disgregazione del ruole dell'uomo - nonostante i privilegi, a me pare molto fragile nella società di oggi. Gli uomini sono passati da capofamiglia, protettori e che provvedevano al sostentamento dei familiari a cosa? Il passaggio a una relazione più equa nella famiglia può far sentire l'uomo come accessorio a una donna che è indipendente economicamente, emancipata, si occupa in prima linea di casa e prole e che non ha strettamente bisogno di lui, nemmeno per crearsi una famiglia, mentre l'uomo sì - la differenziazione dei ruoli crea un rapporto di dipendenza ma anche di supporto e complemetazione che si riduce oggigiorno ai minimi termini;
- alienazione sociale e delle relezioni interpersonali, con famiglie che vivono sotto lo stesso tetto, ma in solitudine e senza saper davvero comunicare, con tutte le difficoltà che ne derivano a riconoscere malesseri e problematiche tempestivamente;
- problemi psichici sempre più diffusi ma poco curati, diagnosticati e ancora troppo stigmatizzati per permettere a chi li prova di chiedere e ottenere aiuto;
- mancanza di educazione all'affettività, incluso a riconoscere campanelli di allarme in una relazione non sana e a che misure prendere;
- magari anche la possibilità che gli uomini abbiano una maggiore aggressività o più difficoltà a comunicare in altri modi...
Sono impressioni mie, magari tutte interconnesse o sconnesse, ma a me la storia del patriarcato convince solo un po', soprattutto perché a mio avviso è sempre meno evidente nella struttura delle famiglie.
Ciao Silvia, grazie mille per il tuo commento! Io sono assolutamente d'accordo con te che "colpa del patriarcato" è una semplificazione, e che entrano in gioco tanti fattori come quelli che articoli molto bene tu. Con questo post però intendevo comunicare una cosa diversa: quando l'ho scritto un anno fa, in Italia la parola "patriarcato" era sulla bocca di tutti, ci si interrogava su cosa volesse dire e come si manifestasse, e tantissime persone (soprattutto uomini) rigettavano qualsiasi legame con questo concetto, e quindi qualsiasi responsabilità nella creazione di un nuovo sistema di valori. Di fronte a questa mancanza di consapevolezza (che ancora oggi ritorna ad es. nelle dichiarazioni del ministro Valditara), l'intento del post era di far capire come non ci sia nulla di astruso, remoto e lontano da noi nella parola "patriarcato" - facciamo tutti, in qualche modo, parte di una società e cultura che troppo spesso dà per scontata la superiorità dell'uomo sulla donna (vedi gli esempi molto mondani che ho elencato).
Da questo sistema di valori derivano poi tantissimi altri fattori in gioco, tra cui quelli che elenchi. La disgregazione del ruolo dell'uomo è un punto assolutamente fondamentale - ma quale ruolo si sta disgregando, se non appunto quello dell'uomo patriarca, capofamiglia, protettore come giustamente dici tu?
Quindi sì, "colpa del patriarcato" è una semplificazione - e se questo emerge dal mio post non è cosa voluta perché l'intento era altro - ma "patriarcato" è comunque la base valoriale da cui tante delle complessità che citi derivano. Grazie ancora!
brava, giusto. Purtroppo non si applica solo all'italia bensì a gran parte del mondo. Persino da noi, in Svizzera il numero di femminicidi è in proporzione simile.
Proprio così, la sfida al patriarcato è globale. Un abbraccio di solidarietà a voi svizzeri!