Al telefono con una lavoratrice federale statunitense
"Siamo alle prese con un caos di massa", ha detto una dipendente del governo federale sulla dirompente trasformazione causata da Elon Musk
La sera di sabato 22 febbraio Aurora era a cena fuori quando ha ricevuto un sms dal suo responsabile del lavoro — un’anomalia, durante il weekend — che le diceva di ignorare l’email che aveva appena ricevuto.
Quando Aurora ha aperto la sua casella di posta elettronica federale, ad aspettarla c’era l’ennesimo, criptico messaggio che da un mese a questa parte stava diventando la norma: “What did you do last week?” — cosa hai fatto la scorsa settimana? — recitava l’oggetto dell’email inviata dall’Office of Personnel Management (OPM, l’agenzia governativa che si occupa di gestione del personale) con uno stile e un linguaggio insolito per la comunicazione ufficiale governativa.
“Un altro esempio di molestia”, ha commentato Aurora per telefono il lunedì successivo.
Aurora è una mia amica e lavora per il governo federale statunitense. Per proteggere la sua identità, come mi ha chiesto di fare in un momento delicato per la categoria di lavoratori a cui appartiene, uso uno pseudonimo invece del suo vero nome e ometterò l’incarico che ricopre, il dipartimento a cui fa capo e la località di residenza.
Sin dai primi vagiti del DOGE, il nascente Dipartimento per l’efficienza governativa affidato da Donald Trump a Elon Musk, Aurora si è espressa frequentemente su Instagram sulla confusione che regna da quando Musk ha preso in mano la motosega — metafora dei profondi (e indiscriminati) tagli a personale, fondi e programmi del governo federale.
“Federal workers are tired”, i lavoratori federali sono stanchi, ha scritto Aurora in una storia su Instagram dopo che la notizia dell’email su “cosa hai fatto la scorsa settimana” è diventata di dominio pubblico.

Quando ho chiesto a Aurora via sms se avesse voglia di condividere il suo punto di vista interno ai fatti in modalità intervista giornalistica, la risposta è arrivata in meno di dieci minuti: “Certo che possiamo sentirci. Sono pronta a parlare con chiunque mi ascolti”.
Ho poi scoperto che Aurora aveva già comunicato, sempre richiedendo l’anonimato, con giornalistə di testate statunitensi di alto profilo, entratə in contatto tramite r/fednews, il canale Reddit che riunisce dipendenti federalə come lei. Anche grazie alla protezione di username difficilmente riconducibili a nomi e volti, Fed News offre una valvola di sfogo preziosa alla motosega del DOGE. Mentre scrivo, più di duemila e quattrocento utenti sono attivi su r/fednews in questo preciso momento; in confronto, su r/funny, il subreddit più popolare in assoluto, sono online solo mille e novecento utenti.
“Ogni giorno cambia qualcosa. Siamo alle prese con un caos di massa”, ha esordito Aurora per telefono.
Le email che Aurora definisce “moleste” hanno iniziato ad arrivare nelle prime ore successive all’insediamento di Trump. La prima aveva in oggetto semplicemente la parola “test” e proveniva da un indirizzo sconosciuto associato all’OPM. Mittente ignoto, contenuto sospetto… Aurora e tantə altrə dipendenti hanno segnalato l’email come phishing.
Poi è arrivata l’email che offriva dimissioni volontarie in cambio di stipendio fino al 30 settembre. Anche questa email aveva in oggetto un linguaggio alquanto bizzarro: “Fork in the Road”, che significa bivio, biforcazione.
“Nulla a che vedere con la normale maniera di esprimersi di OPM, che è molto rigida a livello di linguaggio e formato”, ha spiegato Aurora. “Questa email sembrava scritta da uno studente di scuola superiore”.
Nell’industria tech, invece, email con espressioni idiomatiche e informali in oggetto, come “Fork in the Road”, sono la norma. Musk sta evidentemente trasformando l’entità pubblica del governo federale a immagine e somiglianza di un’azienda privata che sviluppa software e dispositivi digitali, all’insegna dello stesso spirito dirompente: move fast and break things, muoviti veloce e rompi cose, agisci in fretta anche a costo di compiere errori, corri e chi se ne importa, se per la strada ribalti l’ordine delle cose laddove avresti dovuto esercitare più cautela.
E mi raccomando, non fermarti. Mai. Un’altra caratteristica pervasiva e del tutto anomala delle email allə dipendenti federalə nell’era Trump, racconta Aurora, è il puntuale arrivo dopo il normale orario lavorativo o nel weekend. Musk e i compari miliardari1 della tecnologia hanno fatto del lavoro continuo e incessante un valore, un vanto e una giustificazione per comportarsi a loro piacimento. Scrive lo storico Eric Baker in un editoriale sul New York Times (traduzione mia):
Queste vanterie rivelano un aspetto importante della valorizzazione americana del lavoro, e aiutano a capire perché questa classe di miliardari all’apparenza sempre impegnati crede di avere il diritto di dominare la vita pubblica. Per Musk e i suoi collaboratori, l’entusiasmo erculeo per il lavoro non è solo un modo per fare cose; è anche una marca di innata superiorità, un “superpotere” che conferisce il diritto a imporre al mondo la loro visione.
Aurora non ha mai pensato di accettare l’offerta di dimissioni volontarie. Dopo un paio di anni da dipendente in prova (probationary employee), a fine dicembre il suo capo l’ha convertita in dipendente a tempo indeterminato (anche se non verrà considerata “di ruolo”, o tenure employee, prima di tre anni di servizio) proprio per rendere la sua posizione più sicura in previsione delle profonde trasformazioni paventate dal reinsediamento di Trump.
“Non ho nessun desiderio di andarmene, non ho mai avuto nessuna intenzione. Sono contenta del mio lavoro e dei benefit2”, mi ha detto.
La Casa Bianca ha dichiarato che 75.000 lavoratori, o il 5% del personale, avrebbero accettato l’offerta — meno di quanto sperato. “Tra di noi stiamo facendo gruppo. Da qui non ce ne andiamo. Questa cosa è stata molto sottovalutata”, ha commentato Aurora, sottolineando che la carriera governativa, meno redditizia del settore privato, è una scelta molto consapevole, motivata da una serie di valori e principi.
È proprio per la percepita violazione di questi valori e principi, nonché della Costituzione, che il sentimento prevalente nel dipartimento di Aurora è l’offesa. “Stiamo parlando di funzionari pubblici di carriera, che prendono sul serio la propria fedeltà alla Costituzione. Si sente che la gente, anche le persone che sospetto essere di orientamento conservatore, ritiene sbagliato e disgustoso quanto sta accadendo”, mi ha detto.
Per condividere informazioni, discutere e commiserare lontano dagli occhi di Musk, Aurora e lə colleghə hanno creato una chat di gruppo su Signal: “La gente dice cose del tipo, ‘Ci stanno attaccando’”. Ho chiesto ad Aurora se teme che qualcunə “faccia la spia”, come sollecitato dallo stesso Musk. Ha risposto di no, che ha “trovato il suo gruppo” ed è consapevole di chi si può e non può fidare.
Aurora riflette tutti i giorni su cosa significa lavorare per il governo, e se vale la pena continuare a farlo sotto quello presente: “In generale, tendi a lavorare con persone che si impegnano per fare del bene e proteggere la Costituzione. L’idea che il governo può fare anche del male è parte di essere americanə. Il sogno americano è pervaso da questa dualità”.
Poi, “egoisticamente”, dice Aurora, “penso al fatto che devo vivere, devo provvedere ai nostri bisogni”. Il compagno di Aurora sta completando un master universitario e al momento lavora part-time, con entrate meno che dimezzate. La coppia sta programmando il matrimonio a settembre, la cui spesa diventerebbe insostenibile se Aurora dovesse perdere il lavoro.
“Però parlo con tante persone a me vicine e ci chiediamo quanto a lungo possiamo andare avanti”, prosegue Aurora, “e quanto sia etico farlo. E se un giorno dovessi rispondere delle mie azioni? È un dilemma, tra il mettere il cibo in tavola da un lato, e l’etica dall’altro”.
Mentre si misura con l’enormità di queste domande, Aurora dice di continuare ad avere fiducia. “Ci sono tante leggi che proteggono i dipendenti federali”, dice Aurora. Le corti, anche quelle presiedute da giudici conservatori, continuano a bloccare provvedimenti esecutivi di Trump che sembrano violare la Costituzione, nonché molte delle ristrutturazioni del governo federale disposte dal DOGE. Inoltre, diciannove stati governati da democratici hanno fatto causa all’amministrazione Trump per mancata ottemperanza alla procedura per eseguire riduzioni del personale su grande scala; la causa chiede anche la reintegrazione del personale dimesso.
Qualche giorno dopo la nostra telefonata ho scritto di nuovo ad Aurora per chiederle come stava. Il compagno, l’amico tramite cui l’ho conosciuta inizialmente, mi aveva detto che era probabile il licenziamento della persona con cui Aurora lavora più a stretto contatto; se così, anche la posizione di Aurora sarebbe stata a rischio. In realtà, mi ha spiegato lei, la persona con cui lavora ha provato a rassegnare dimissioni volontarie, ma la richiesta è stata negata.
“C’è un po’ più di speranza ora perché Trump ha ridimensionato un po’ la retorica sul ridurre il personale”, mi ha scritto Aurora in un sms, aggiungendo l’emoji delle dita incrociate. “Aspettiamo di vedere”.
Anche una donna qui racconta gli Stati Uniti direttamente dagli Stati Uniti, tramite la voce e la testimonianza di chi vive e subisce gli effetti del momento storico attuale in prima persona. Alla tastiera in una stanza tutta per me a Boulder, in Colorado, ci sono io, Enrica Nicoli Aldini, scrittrice e giornalista indipendente. Per aiutarmi a portare avanti reportage e approfondimenti come quello che hai appena letto, puoi sostenere il mio lavoro con un piccolo abbonamento, offrimi un caffè su Ko-Fi, oppure semplicemente premi il cuoricino qui sotto così Substack aumenta la diffusione di questo articolo!!! Grazie!
In questo caso il maschile non è sovraesteso, ma l’unico genere grammaticale utilizzabile per descrivere un gruppo di soli uomini.
Vivendo negli Stati Uniti si impara presto che qualsiasi discussione del proprio lavoro è praticamente sempre accompagnata da un riferimento ai benefit che offre (assicurazione sanitaria, fondo pensionistico, ecc.). Trattandosi della fornitura di servizi essenziali alla vita di una persona, i benefit sono parte integrante della dimensione lavorativa al pari di stipendio e mansioni giornaliere, in una maniera di cui in Italia, grazie al maggiore sostegno dello stato, non facciamo esperienza. Non si contano le volte che ho chiesto a una persona americana se le piaceva il suo lavoro e la risposta è stata “yeah, good benefits” prima di qualsiasi riferimento al lavoro stesso.
Mi accodo agli altri che ti hanno ringraziata! Intervista interessante! Io rabbrividisco al pensiero che tutte queste persone licenziate si trovino senza assicurazione sanitaria… in Trump e Musk c’è profondo disprezzo della vita delle persone
Grazie per queste finestre che apri!